Desidero condividere un’esperienza significativa che offre uno sguardo approfondito sulle dinamiche dei brand di altissimo livello.

Nella mia esperienza decennale, ho avuto il piacere e l’onore di lavorare con grandi BRAND.

Tre mesi prima degli Europei di Calcio del 2020, sono stato contattato da un’agenzia incaricata delle campagne social di una nota azienda, parte integrante di un colosso miliardario globalmente riconosciuto.

Facebook, come ben sappiamo, ha delle restrizioni sulla promozione di certi prodotti, specialmente quando si entra nel dettaglio delle loro caratteristiche “prestazionali”.

Avevamo il compito di promuovere un prodotto di alto profilo durante tutte le partite dell’Italia, sia prima sia dopo ogni singolo incontro.

Due mesi prima dell’evento e munito del brief aziendale, iniziai a lanciare campagne sui social.

Un aspetto meno noto è l’assenza quasi scontata di un PIXEL di tracciamento quando si collabora con brand di questa magnitudine non collegati ad un e-commerce.

Ma questo non è dovuto a negligenza o ignoranza. Infatti, tale dinamica, già riscontrata con altri importanti eventi e brand, deriva dalla necessità di certe operazioni di essere effettuate su piattaforme esterne; è il loro MODUS OPERANDI.

Ci sono motivi ove le grandi dimensioni aziendali con un vasto personale, non sempre si ha chiarezza con le mansioni da svolgersi; la realizzazione del sito internet era demandato a 4 agenzie diverse, ciascuna con le sue specificità.

Capire cosa funziona e cosa NO non è affatto semplice. L’enormità dei fondi investiti, distribuiti su diverse piattaforme come TV, giornali, affissioni, sponsorizzazioni e social media, complica la misurazione dei ritorni.

Inoltre, se un prodotto non è strettamente essenziale, le vendite possono richiedere tempo per svilupparsi.

Tuttavia, l’azienda, membro di un grande gruppo internazionale, aveva successivamente aperto un piccolo shop su Amazon come forma di test.

Questo poteva dare una mano, ma Amazon non permette l’inserimento del pixel di tracciamento…quindi cosa fare?

Per quanto riguarda la targettizzazione, lavoravo sulla durata di visualizzazione di un video, non avendone uno vero e proprio, trasformavo una creatività in un (finto) video di 12 secondi, in un secondo momento analizzavo l’audience che aveva visto il VIDEO tra il 50% e il 95% della sua durata per implementare azioni di retargeting.

Emergono, da questa esperienza, diversi aspetti cruciali per sapere se campagne del genere possono funzionare:

  • La frequenza con cui il target vede una pubblicità.
  • L’importanza della qualità delle interazioni.
  • La segmentazione del pubblico e quanto tempo il pubblico dedica al contenuto.

Concludo sottolineando che, specialmente alla luce delle discussioni sulla campagna pubblicitaria dell’ESSELUNGA, PESCA.

SI, PESCA

NO, le dinamiche delle grandi aziende possono sfuggire alla comprensione immediata.

Quando si lavora con piccole attività con budget limitati, si potrebbe pensare che un investimento di 1000€ debba generare un ritorno di 5000€ (sbagliando)!

Tuttavia, quando si lavora con grandi aziende, le dinamiche sono differenti, operando su livelli che spesso le persone non addette ai lavori possono percepire.

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Emilio Bonura | Consulenza professionale Facebook
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